Anche Confapi Napoli sposa la proposta di Confapi nazionale di programmare e attuare, di intesa coi medici del lavoro, i vaccini anti Covid in azienda. «Gli imprenditori, per il ruolo strategico che rivestono, in virtù dei rapporti con i propri collaboratori, possono diventare dei veri e propri presidi sociali e sanitari per attivare e potenziare la campagna di vaccinazioni anti Covid, soprattutto ora che assistiamo a una fase di non perfetta organizzazione per la tempistica e la logistica della campagna stessa». Così Raffaele Marrone, presidente della sezione partenopea dell’associazione che raggruppa le piccole e medie imprese.
«Si tratta – prosegue Marrone – di un progetto di eccezionale valore a sostegno della sanità, che dimostra come Confapi abbia sempre una importante capacità di osservare i problemi di oggi con uno sguardo rivolto al futuro». Fondamentale, in quest’ottica, sarà l’arrivo dei vaccini Astrazeneca. «Restando stabili a temperature standard di refrigerazione tra 2° e 8° C per 30 giorni, potranno essere somministrati al pari dei vaccini antinfluenzali, facilitando il compito dei medici del lavoro. Avere un’azienda in cui il personale è vaccinato almeno al 90%, vuol dire la certezza di rispettare gli ordini e i termini di consegna. E questa potrebbe essere una garanzia decisiva per il cliente oltre che un alleggerimento per il comparto medico territoriale».
Tra le proposte della Confederazione italiana della piccola e media industria privata, anche quella di meccanismi premianti dal punto di vista fiscale e contributivo per le imprese stesse che attiveranno la campagna. «Potrebbe essere – conclude il numero uno di Confapi Napoli – l’incentivo necessario per vincere le perplessità sul vaccino e la sua fondamentale importanza, per la salute, ma anche per la ripresa a pieno regime dell’attività produttiva nel nostro Paese».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Silvana Papa, presidente Confapi Sanità Campania, che ha commentato: «Occorre vaccinarsi e quando si supereranno i problemi di approvvigionamento dei vaccini, le imprese potranno e dovranno essere co-protagoniste attive per conseguire l’auspicata immunità di gregge. Occorre, anche concettualmente, ampliare per creatività e competenze ciò che è già patrimonio umano delle aziende. Ogni azienda, infatti, si avvale di un medico competente, di qualificata professionalità, specialista in medicina del lavoro o in medicina preventiva dei lavoratori e psicotecnica, o in igiene e medicina preventiva o in medicina legale, il quale collabora con il datore di lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed effettua la sorveglianza sanitaria».
«Ogni azienda, quindi, può provvedere alla vaccinazione dei propri dipendenti attraverso una figura qualificata di cui già si avvale per quei compiti che richiedono una efficace tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori durante il lavoro. Saremmo efficaci e semplici, offrendo risposte vere ad un bisogno vero».